La prima traccia del curling nel mondo fu trovata in Scozia nel XVI secolo. La Stirling Stone reca una iscrizione datata 1511 che è da considerare la prima citazione scritta di questa attività sportiva. Nel 1716 gli Scozzesi crearono il primo club. Nel 1838 si costituì il Royal Caledonian Curling Club e già si era giunti al modello attuale di forma e dimensione dello stone ed alle attuali regole fondamentali di gioco. Da allora il curling si è diffuso in molte nazioni.
Nel 1967 fu promossa la fondazione della World Curling Federation (WCF); in realtà una specie di “campionato mondiale” chiamato Scotch Cup si giocava già dal 1959, anche se alla prima edizione parteciparono solo Scozia e Canada (vinse il Canada). Oggi la WCF ha sede a Perth, una città scozzese 70 chilometri a nord di Edimburgo, e comprende 67 federazioni nazionali.
In Italia la culla di questa attività sportiva è stata Cortina d’Ampezzo dove, dopo una prima e sommaria apparizione negli anni 1925-1930, è praticato regolarmente dal 1952. La Federazione Italiana Sport del Ghiaccio (F.I.S.G.) annovera il curling dal 1953 fra le proprie discipline ufficiali.
Il curling è anche uno sport pieno di tradizioni e di leggende. Una di queste tradizioni è legata agli stones. Infatti tutte le stones in uso nel mondo derivano da un’isola al largo della Scozia, Aisla Craig, che è formata da un particolare tipo di granito molto resistente ed elastico. Al momento non si è ancora trovato un materiale che possa sostituirlo, e quindi si continua a usare quello!
Un elemento assolutamente distintivo del curling è poi l’estrema correttezza che lo caratterizza. Pur essendo competitivo, le regole del curling si basano sull’ onore e sul rispetto dell’avversario e nella maggior parte delle partite non ci sono arbitri o giudici.
La stessa WCF incorpora i principi dello “Spirit of Curling” all’interno delle proprie regole, elencandoli come premessa fondamentale:
“Il curling è un gioco di abilità e tradizioni. Un colpo ben eseguito è un piacere da vedere così come è bello vedere le antiche tradizioni del curling applicate nel vero spirito del gioco. I curlers giocano per vincere, ma mai per umiliare i loro avversari. Un buon curler non tenta di distrarre un avversario o impedirgli in altro modo di giocare al suo meglio e preferisce perdere piuttosto che vincere ingiustamente.
Nessun curler deliberatamente infrange una regola del gioco, o una qualsiasi delle sue tradizioni. Se accadesse inavvertitamente e ne fosse consapevole sarebbe il primo a comunicare la violazione.
Mentre l’obiettivo principale del gioco è quello di mettersi alla prova sfidandosi, lo spirito del gioco richiede sportività, gentilezza e condotta onorevole.
Questo spirito dovrebbe influenzare sia l’interpretazione che l’applicazione delle regole del gioco e anche la condotta di tutti i partecipanti dentro e fuori dal ghiaccio.”